"Un altro mondo non solo è possibile, ma sta già prendendo forma.
Nelle giornate di calma, posso sentire il suo respiro.

Arundhati Roy


venerdì 28 ottobre 2011

People Have the Power!

 Fonte immagine: Photoblog




Le immagini qui

Baci e abbracci ai poliziotti "per protesta". È il singolare scenario della manifestazione nelle strade di Bogotà dove oramai da settimane va avanti la protesta degli studenti colombiani  che contestano la riforma scolastica proposta dal governo che prevede tagli dei fondi e investimenti dei privati nella scuola pubblica. In mezzo a slogan, striscioni, manette e bare di cartone che dovrebbero contenere "il defunto diritto fondamentale all'istruzione", alcuni studenti si sono avvicinati alla polizia: baci, abbracci, strette di mano e tanti sorrisi hanno sostituito gli scontri.
 


Fonte: Liquida.it

giovedì 27 ottobre 2011

La crisi finanziaria & il Genio Collettivo - Come possiamo trasformare questo momento di crisi?

 Grazie alla capacità organizzativa di Ellen Bermann (presidente di Transition Italia) e al sostegno  di “Carimate in Transizione”  lo scorso sabato si è svolto un incontro con Nicole Foss (The Automatic Earth) su ”LA CRISI FINANZIARIA & IL GENIO COLLETTIVO”
L' intervento si trova QUI , insieme al link per andare a vedere i risultati (“instant report”) dei workshops del pomeriggio, tenuti con il metodo meravigliosamente efficace del”Open Space Technology
 



Di Ellen Bermann
resoconto di sabato 22 ottobre

E’ un periodo di grandi trasformazioni in cui le crisi in atto ci chiederanno una notevole capacità di adattamento. Sono diverse le componenti che incidono ma i moventi che avranno maggiore incisione, soprattutto a breve termine, saranno le dinamiche dal punto di vista energetico e finanziario. Uno scenario di depressione deflazionistica unito ad una crisi energetica – con forte influenza reciproca.
Iniziamo a fare qualche riflessione preliminare sull’energia e su quanto la complessità della nostra attuale società globalizzata sia stata resa possibile proprio grazie alla disponibilità energetica (petrolio) a basso prezzo. Se le società pre-industriali vivevano nei limiti dell’energia corrente disponibile (energia dal sole immagazzinata sotto forma di biomassa), le società industriali e post-industriali invece si sono potute sviluppare grazie all’energia ereditata dal passato, cioè le risorse fossili. Ora queste risorse fossili hanno raggiunto il cosiddetto picco e quello che rimane sarà sempre più oneroso e difficile da estrarre. Le scoperte di petrolio hanno “piccato” negli anni sessanta e da quel momento di petrolio ne è stato sempre scoperto meno, mentre la curva di produzione è arrivata al picco proprio in questi anni.
Un concetto importante da comprendere è l’energia netta disponibile, definita dall’EROI (Energy returned on energy invested). Agli albori dell’industria petrolifera il rapporto era 100:1 (se investivamo 1 di energia ne ricavavamo 100), oggi invece siamo a circa 10:1 e sta scendendo costantemente. Il livello minimo per mantenere in funzionamento la nostra società complessa è stimato a 5:1. Se confrontiamo l’andamento dell’energia lorda con quella netta sulla curva a campana di Hubbert possiamo notare che nel tratto ascendente (prima del picco) le due curve sono veramente poco discostate l’una dall’altra ma la storia cambia dopo il picco (quando la curva declina). Siamo costretti a investire sempre maggiore percentuale dell’energia ricavata per produrre altra energia e mantenere il sistema.  Confrontando poi gli EROI abbiamo poi l’amara constatazione che ne le energie rinnovabile ne il nucleare ha rapporti incoraggianti in grado di garantirci che il ” business as usual” possa continuare ancora per molto.
L’energia disponibile determina le attività economiche ed è proprio l’energia abbondante che abbiamo avuto a disposizione che ha a sua volta creato l’enorme bolla finanziaria all’interno della quale ci troviamo. Ogni bolla finanziaria, una volta creata segue la propria dinamica e prima o poi … scoppia. E quando scoppia la bolla finanziaria trascina con se tutto il resto del sistema.  Le bolle sono dei sistemi piramidali (Ponzi schemes), auto-limitanti, dove chi entra per primo guadagna mentre tutti quelli che arrivano dopo perdono tutto e anche molto in fretta. Gli schemi piramidali creano quindi ricchezza virtuale tramite la speculazione. La responsabilità è delegata al “cliente” (caveat emptor). 
 I mercati non si comportano in modo razionale ed efficace ma sono guidati dalle percezioni e dalle emozioni. Non ci sono informazioni veritiere – nemmeno da parte degli  ”esperti” di borsa ed economia. Il comportamento è gregario, dove nella fase espansiva prevale l’avidità e la speranza (se uno compra comprano tutti gli altri anche se nessuno sa esattamente cosa stia facendo) mentre in fase di contrazione prevale la paura (se uno vende anche gli altri vendono presi dal panico). Il mercato è il principale indicatore di dove stia andando l’economia reale.
Non è la prima bolla finanziaria, anche se questa è gigantesca ed ha iniziato a gonfiarsi a partire dal 1982, quindi cresciuta per 30 anni.
Una prima bolla risale addirittura al 1300 e rotti, proprio qui in Italia, che ha coinvolto il sistema bancario veneziano e fiorentino dell’epoca. Mentre altre bolle o manie storiche sono state quelle dei tulipani (Olanda 1637), della compagnia dei mari del sud (Inghilterra 1722), e la grande crisi del 1929 negli Stati Uniti d’America. Interessante notare nei grafici che ogni volta la fase di crollo è sempre stata molto rapida (la curva precipita quasi in verticale) con un valore di mercato degli asset (beni) che cade sempre al di sotto del punto di partenza di quando la bolla ha avuto inzio. Quindi quella attuale potrebbe portare gli attuali valori (immobili, ecc.) al livello degli anni settanta (se vogliamo essere ottimisti).
Proviamo ora a capire cosa significano termini come “INFLAZIONE” e “DEFLAZIONE”:
L’inflazione e la deflazione NON sono indicatori di prezzi che salgono o scendono, ma inflazione significa un aumento della massa monetaria e del credito in relazione a beni e servizi disponibili, mentre la deflazione è il contrario. Prezzi in salita o in discesa sono quindi indicatori di cambiamenti nella disponibilità monetaria. Prezzi adattati ai cambiamenti nella disponibilità monetaria sono prezzi reali e cambiamenti nei prezzi reali mostrano cambiamenti nel potere d’acquisto.
L’inflazione monetaria taglia la torta della ricchezza in fette più piccole e l’espansione del credito crea invece eccessive rivendicazioni sulla ricchezza reale alla base.
Il credito attualmente eccede il 95% dell’effettiva disponibilità monetaria.  Come se in cento stessimo facendo il gioco delle sedie musicali e quando si ferma la musica tutti ci precipitiamo sull’unica sedia disponibile – ovviamente solo uno riuscirà a sedersi mentre gli altri restano fuori. Per cui estinguere le eccessive rivendicazioni significa deflazione!
Quindi quello che ci aspetterà è che intere classi di beni avranno un valore reale inferiore in quanto il valore virtuale in eccesso sparirà.
Cosa succede quindi in uno scenario di deflazione?
Risposta: Il credito sparisce, la disoccupazione aumenta, i salari calano. Certo, cadranno anche i prezzi ma il potere di acquisto scenderà più velocemente dei prezzi. Questo significa che tutto diventerà velocemente meno accessibile. E una % più grande di una massa monetaria più piccola cercherà di procurarsi i servizi essenziali. Vedremo quindi aumentare tutti i costi reali, ma quelli dei beni vitali ancora più velocemente.
Quello che conterà sarà il valore del denaro liquido relativo a beni e servizi. Con la caduta dei prezzi, il valore del denaro liquido aumenterà ed avere capitale in liquidità permetterà a reggere il colpo. Le persone saranno però molto restie a spendere perché sarà difficile guadagnare.
In questo scenario sarà quindi molto di più il denaro “a riposo” che quello circolante e sarà come se mancasse il lubrificante che permette al motore di funzionare.
Ora consideriamo alcuni aspetti come il debito totale degli Stati in relazione al PIL, dove quasi tutti gli Stati mostrano una percentuale oltre il 100% (471% per il Giappone, 466% per la Gran Bretagna, 366% per la Spagna, 323% per la Spagna, 315% per l’Italia, 285% per la Germania). L’unica nazione messa meglio sembra essere la Russia in quanto è al 71%. Il debito aggregato ha diverse componenti (governo, aziende, famiglie e banche). Per l’Italia prevale l’indebitamento da parte dello Stato, mentre, buon notizia, le famiglie risultano meno indebitate.
Il problema dell’Italia è che sta crescendo lo Spread dell’Italia nei confronti dei bond tedeschi e i CDS (Credit Default Swaps), cioè assicurazioni (scommesse) sul possibile fallimento dell’Italia. Pertanto il costo dei prestiti rischia di arrivare a livelli insostenibili.
Ma tutta l’Europa è nella m…. (scusate l’espressione scurrile !) Le disparità regionali sono molto forti come soprattutto l’antagonismo del centro verso la periferia. La moneta unica impedisce variazioni nei tassi di cambio che assestavamo gli squilibri in passato. Il fatto è che il debito non può essere ristrutturato senza una crisi bancaria sistemica. Non c’è poi mandato politico per l’emissione di eurobonds e per istituire un’unione fiscale per cui pare che gli Stati non abbiano altra alternativa che proporre pesanti programmi di austerità. Solo che qui il cane si morde la coda: i programmi di austerità portano alla contrazione economica che a sua volta impedisce la restituzione del debito e porta alla fine al default. Diventa sempre più probabile la frammentazione caotica dell’Eurozona. Secondo Nicole è imminente l’uscita della Grecia, seguiranno a ruota Portogallo e Irlanda e seguiti dal resto della banda dei PIIGS, cioè Spagna e Italia. 
Ricapitoliamo la situazione del Belpaese: alto debito pubblico, rating che scende, tasso d’interesse in continuo aumento per cui ogni prestito diventa sempre più oneroso. Lo spread dei CDS aumenta perché si intuisce il rischio di default. In situazioni come queste aumenta il rischio di fuga di capitali per cui sarà sicuramente in arrivo il controllo sui patrimoni. Ci potrebbe essere il rischio di ri-emissione di moneta (la “Nuova Lira”?) con un costo probabile del 50% del PIL.
L’austerità costringerà alla contrazione e il tutto con un forte rischio di disperazione che potrebbe accentuare i disordini sociali.
Ci salverà la Cina ? Purtroppo no, i Cinesi non compreranno i debiti Italiani ma gli asset cioè gli importanti patrimoni nazionali. In Italia ci si lamenta sempre del sommerso mentre questa sostanziale economia “informale” potrebbe persino dare un aiuto quando le cose si metteranno veramente male in quanto denota delle relazioni forti e comunque presenti.
Le buone notizie per l’Italia sono un basso indebitamento delle famiglie ed una bassa dipendenza dal credito – sembrerà poco ma forse meglio di niente.
Come ricolleghiamo ora tutto questo nuovamente al discorso dell’energia ? 
Inizialmente si specula ed i prezzi delle materie prime salgono per la paura di scarsità che poi innesca un collasso della domanda dovuto alla mancanza del potere d’acquisto. Crollano quindi i prezzi. Quindi avremo una sovra-produzione temporanea.
Fattori che portano al collasso dell’offerta sono l’alto rischio e gli investimenti ridotti. Non ci sarà denaro per far fronte alla manutenzione delle infrastrutture energetiche e l’intero sistema trasporti sarà a rischio collasso. Assisteremo ad una grande volatilità dei prezzi ed accaparramento di risorse che renderanno ancora più acuti i fattori geopolitici. 
Ok, è una mazzata ….
Quale strategia adottare quindi ?
  • Minimizza il debito
  • Elimina la dipendenza dal credito
  • Tieni del contante o equivalenti
  • Orientati verso beni durevoli e cose che veramente servono (terra, attrezzi, tutto quello che può durare nel tempo)
  • Diffida del sistema bancario
  • Vendi azioni, proprietà immobiliari, gran parte delle obbligazioni, materie prime
  • Acquisisci un minimo controllo su quello che è essenziale (dove vivere, mangiare, bere, servizi essenziali)
  • Prendi in considerazione i metalli preziosi come assicurazione – compra oro (fisico, non certificati che sono carta straccia) solo se puoi tenerlo lì per almeno 20 anni – come è già successo nelle precedenti depressioni è probabile che gli Stati decreteranno la detenzione privata di oro come illegale.
  • Diventa tollerante ai rischi (i rischi saranno onnipresenti ma la vita dovrà continuare)
  • Trasforma le comunità virtuali in reali
  • Un approccio comunitario è sempre più forte di quello individuale
  • Metti insieme ad altre persone le risorse (tempo, competenze, entusiasmo, soldi) 
  • Considera l’approccio “Transition Towns”
  • Metti su banche del tempo, monete locali, orti comunitari
  • Lavora insieme ad altre persone per costruisce il capitale sociale

Le relazioni e la fiducia sono alla base della società!
Dobbiamo costruire un sistema robusto in quanto dipendenza significa vulnerabilità e guardare all’incertezza con flessibilità. La parola magica è resilienza ! 
Le organizzazioni di base devono prepararsi a rimpiazzare le funzioni delle istituzioni centralizzate che collasseranno. Il futuro appartiene a chi saprà adattarsi !
Come potranno essere i lavori a prova di depressione?
Meglio cercare di essere dalla parte non discrezionale dell’economia e non dipendere dai soldi “matti” di qualcun altro. Saper mediare tra le interazioni umane sarà importante come anche essere capaci di fornire beni e servizi essenziali.  Molto utile è sviluppare competenze pratiche come anche aver competenze in cure mediche di base. Saranno poi apprezzate le attività ricreative a poco costo.  Anche nei periodi di grandi depressioni storiche le persone spendevano parte dei pochi soldi che avevano per andare per esempio al cinema anche se avevano poco da mangiare. Imparare ad essere divertenti ed intrattenitori potrebbe aiutare a soddisfare i propri bisogni primari.
Una dimensione da non sottovalutare, anzi, da tenere in estrema considerazione, è il possibile aumento della paura e della rabbia collettiva. Il rischio è di cadere nella colpevolizzazione distruttiva e nella iper-reazione che potrebbe solo peggiorare ulteriormente la situazione. Le energie devono essere concentrate su attività costruttive e dobbiamo mettere in atto strategie ed attività per un’inoculazione psicologica positiva.
 Concludendo, ci aspetta un periodo di grandi cambiamenti dove ci sarà scarsità di denaro e poi di energia. Il “Business as usual” non sarà possibile e vedremo il collasso dei sistemi centralizzati. I consueti gruppi politici saranno molto vulnerabili e facilmente perderanno di legittimazione e credibilità.
Nella ricerca di soluzioni per questo periodo di trasformazione bisogna cercare di preservare la libertà di azione (sarà molto a rischio, le istituzioni centralizzate si stanno preparando ad un maggiore controllo sociale e possibile militarizzazione) perché questa sarà indispensabile per la presa di responsabilità da parte delle comunità locali, che devono essere rafforzate, per poter rispondere in modo creativo ai cambiamenti. Infine, dobbiamo cercare di resistere alla nefasta psicologia della contrazione ma nutrire la nostra parte psicologica e spirituale.
Ora dopo l’esposizione lucida di Nicole, il gruppo si trova ad elaborare oltre alle domande di approfondimento per ottenere maggiori delucidazioni da parte della nostra relatrice anche possibile soluzioni tramite l’Open Space. La domanda che stimola le riflessioni è infatti “Come possiamo trasformare questo momento di crisi ?”
La plenaria dell’Open Space parte in modo vulcanico e in poco più di 5 minuti si raccolgono quasi 20 proposte di discussione delle quale verranno elaborate 14.

Quanto è stato discusso lo trovate nel sopramenzionato Instant Report.

Bello ed emozionante anche il circolo di chiusura di fine lavori. Abbiamo passato una bellissima giornata insieme, abbiamo stretto contatti, costruito reti, raccolto idee. Cosa dire – se andiamo avanti così non ci sarà crisi che tenga. Forse iniziamo finalmente a comprendere che “Siamo noi quelli che stavamo aspettando” Ebbene sì, amo questa frase ….

 Fonte: http://carimateintransizione.wordpress.com

venerdì 21 ottobre 2011

Uscire dalla gabbia


[Anthony De Mello, Il pensiero positivo]
 
In questo nostro mondo siamo un pò tutti dei folli, cioè agiamo senza troppo buon senso, specialmente a livello spirituale.
Ci è stato insegnato a considerare noi stessi come dei contenitori vuoti, che hanno bisogno di essere gradatamente riempiti. A questo pensano la religione, l’educazione e i tanti condizionamenti che riceviamo in continuazione dalla società e, in generale, dall’ambiente che ci circonda. «Non far questo perché è peccato». «Non dire quello perché non sta bene». «Non fare quell’altro perché è sconveniente».
Quante proibizioni riceviamo fin dall’infanzia! E quante ingiunzioni a fare invece tante altre cose, soltanto perché la morale comune, la moda, l’etichetta, gli usi e costumi richiedono quel determinato comportamento. Siamo come ingabbiati, imprigionati in una rete di “fare” e “non fare”, “dire” e “non dire”, perfino “pensare” e “non pensare”.
Questa rete è stata costruita da altri esseri umani che si sono arrogati il diritto di decidere, stabilire certe norme e sono stati poi così in gamba da farsi ubbidire un pò da tutti. Così sono nate le consuetudini di vita comune, sia a livello fisico che psicologico e perfino spirituale. Siamo in prigione e ci siamo ormai abituati così bene al nostro stato di prigionieri che non pensiamo neppure alla possibilità di essere liberi padroni di noi stessi e delle nostre scelte.
Se capita ogni tanto che qualcuno si rende conto della pania in cui si trova avviluppato, comincia a smaniare per liberarsene. E allora soffre per tutte le costrizioni cui deve sottostare e disperatamente cerca la forza di spezzare le sbarre della gabbia. Non si rende conto che essa è inesistente, è cioè una creazione psicologica e intellettuale che esiste solo in quanto la nostra accettazione le dà vita.
Nel momento in cui dico: «Non ci credo più», essa si dissolve istantaneamente.

Cerco in mille modi di liberarmi, di aprire la porta e non mi accorgo che è già aperta. Se riesco a convincermi che tutto ciò che devo fare è provare a girare la maniglia, vedrò che non è mai stata chiusa.
Basta che io dica con convinzione “no”, oppure “sì”, “voglio”, “posso”, e la mia potenzialità di spirito libero e creatore si innalzerà al di sopra della gabbia delle convenzioni e dei condizionamenti, li attraverserà come se fosse nebbia che si dissolve al sole della conoscenza, della consapevolezza, della verità.

Rendiamoci finalmente conto che la porta è aperta. Proviamo a bussare, o a tentare di girare la maniglia e vedremo che i battenti dell’autodeterminazione e dell’illuminazione si spalancheranno dinanzi alla nostra coscienza.
La dottrina, cioè l’istruzione e l’educazione di qualsiasi genere, non dovrebbe mai essere fine a se stessa. Se certe nozioni ci vengono fornite per condizionare la nostra mente, per formare un bagaglio culturale a cui attingere regolarmente, diventano uno schermo che ci separa dalla nostra effettiva capacità di apprendimento.
La dottrina non deve insegnarci che «questo è così e basta». Deve invece direi: «Questa è la base che ti serve per costruire la tua idea».
 
Se riusciamo a tagliare i legami che ci tengono strettamente avvinti alla religione e alle tradizioni, cominceremo a distinguere quanto di buono si trova in esse. Potremo scegliere quello che va bene per noi, ciò che troviamo adatto a essere adoperato per l’edificazione del nostro personale sistema di vita, che non può essere uguale a nessun altro.
                                                     
I principi sono gli stessi, siamo d’accordo. Ogni religione e gran parte dei sistemi filosofici, politici e sociali espongono idee di grande valore. Ed è bene farne tesoro. Quando però si arrogano il diritto di dirigere la mia vita punto per punto, dicendomi quello che posso o non posso fare, definendo la punizione, sia fisica che spirituale, che mi aspetta se non òttempero ciecamente alle istruzioni, mi permetto di dissentire energicamente.
Nel nostro mondo la gente a tutti i livelli, e specialmente quelli che hanno in mano le redini del comando, diffidano di chi è capace e desideroso di ragionare con la propria testa, perché lo vedono come una minaccia alla loro autorità.
Le pecore non pensano a sovvertire la gerarchia del gregge. Quando gli arieti si sono messi d’accordo a suon qualcosa simile a un involucro. Viviamo nel nostro bozzolo, incapaci di vedere al di là dei nostri preconcetti.
Tali preconcetti non sono innati. La nostra mente, fin dalla nascita, subisce uno stillicidio continuo di informazioni che hanno lo scopo di “educarla”, cioè renderla conforme alla vita della comunità. Queste informazioni, che ci vengono trasmesse dalle fonti più svariate, ma tutte ugualmente potenti, come la scuola, la famiglia, l’ambiente sociale, la religione, creano un vero e proprio schermo intorno al nostro cervello.
Ci troviamo così condizionati, cioè programmati a dare determinate risposte a determinati stimoli. Se temo una certa cosa, la mia risposta, cioè la mia reazione, sarà direttamente dettata dal condizionamento ricevuto.
Potrò perciò comportarmi da vile, da temerario, da aggressivo, da indifferente e così via. Le reazioni sono infinite, dato un determinato stimolo, perché infiniti, o quasi, sono i programmi che possono essere stati inseriti nella nostra mente fin dalla più tenera età. Anche l’esempio ricevuto da altri, una semplice immagine, una parola udita per caso, hanno contribuito ad arricchire il nostro “computer” mentale.

Adesso però siamo adulti. Siamo quindi capaci di vedere se il “programma” che dirige la nostra vita non è più rispondente alle nostre esigenze. Se decidiamo che, in effetti, non lo è, non siamo obbligati a tenercelo per sempre. Ogni condizionamento può essere eliminato e sostituito con un altro di nostra scelta.
È esattamente lo stesso procedimento che usiamo con il computer in ufficio, o la lavatrice per la quale selezioniamo un diverso programma a seconda dei capi che dobbiamo lavare. Se si lascia tale programma immutato, resterà così per sempre. Se decidiamo che non ci serve più, o non ci piace più, o abbiamo un’idea migliore, possiamo imparare come cancellarlo e riprogrammare il tutto secondo le nostre attuali esigenze.

lunedì 17 ottobre 2011

Across The Universe



Attraverso L'Universo

Le parole stanno scivolando fuori come una pioggia infinita in una tazza di carta
Scivolano selvaggiamente e si disperdono nell'universo
pozze di dolore, onde di gioia alla deriva nella mia mente aperta
possedendomi e accarezzandomi
Jai guru deva om.

Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

Immagini di luci spezzate danzano davanti a me come milioni di occhi
Mi chiamano attraverso l'universo
Pensieri vagano come un vento irrequieto dentro una cassetta della posta
Cadono alla cieca mentre seguono la propria strada attraverso l'universo
Jai guru deva om.

Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

Suoni delle ombre ridenti dell'amore fischiano attraverso le mie orecchie aperte
Incitandomi e invitandomi
Amore senza limite e senza fine che splende attorno a me come un milione di soli
Mi chiama attraverso l'universo
Jai guru deva om.

Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

Jai guru deva om,
Jai guru deva om,
Jai guru dava om.


domenica 16 ottobre 2011

Roma, 15 Ottobre 2011: Luce, Amore e Verità / Rome 15th october 2011: Light, Love and Truth

Cari amici,
non lasciatevi abbattere nemmeno per un momento. Ancora una volta le forze dell'ostacolo, estremamente spaventate, hanno agito secondo un copione vecchio come il cucco e ormai noto a tutti.
Ma anche le strategie più collaudate, ad un certo punto, possono smettere di funzionare.
Le persone cambiano, la consapevolezza aumenta, la verità diventa difficile da nascondere.
Tutto muta, cresce e si evolve. Ma le forze dell'ostacolo no, poiché sono disconnesse dalla Vita.
Mandiamo loro tutta la compassione che può scaturire dal nostro cuore e proseguiamo serenamente e saldamente sul nostro cammino.
Desideriamo condividere con voi alcune immagini della bellissima manifestazione che si è svolta a Roma il 15 ottobre. Imprimetele nei vostri cuori e dimenticate tutto il resto. Perché....
.....potranno recidere tutti i fiori, ma non riusciranno a fermare la "nostra" primavera.






t



































































































































 Un ringraziamento particolare a chi ha scattato e condiviso queste immagini
un ringraziamento particolare a chi vorrà diffondere questo messaggio positivo.











Immagini prelevate dalla Rete e da Facebook

martedì 11 ottobre 2011

16 ottobre 2011: Giornata Nazionale degli Abbracci e meditazione mondiale per l'Italia


Giornata Nazionale degli Abbracci e meditazione mondiale per l'Italia!
Domenica 16 Ottobre 2011 Umani in divenire inaugura la prima giornata nazionale degli abbracci.
L'energia che si genera in un luogo in cui si regalano abbracci ai passanti è qualcosa di straordinario che solo chi ha vissuto può comprendere. Chi lo ha già sperimentato sa bene quanta energia si sprigiona quando le anime si aprono, abbracciandosi. Ci sono attivisti che si organizzano saltuariamente in varie città. Spesso molti vorrebbero partecipare ma non possono viaggiare o, peggio ancora, non sanno nemmeno dell'evento. Ragion per cui ci mobiliteremo insieme in questo giorno, ciascuno dalla propria città, per regalare abbracci all'intera nazione. Ciascuno dunque, in base al luogo in cui si trova, scelga una specifica piazza o strada di ritrovo e ci comunichi dati, contatti e indirizzi a: contattaci@umaniindivenire.it
Inseriremo i dati di tutti sulla mappa nazionale degli abbracci sulla piattaforma di Umani in Divenire in mdo da ricoprire l'intero territorio nazionale: http://umaniindivenire.grou.ps/567466

L'intento deliberato di un tale evento congiunto che sfocia in un abbraccio collettivo che coinvolge un'intera nazione, ha degli effetti così potenti da generare un gigantesco campo di energia unificato capace di frantumare molte barriere inducendo così molti ad aprirsi.

Nella stessa data avrà luogo una meditazione mondiale con l'Energia Preghiera focalizzata sull'Italia per alzare il livello vibratorio degli italiani favorendo l'apertura delle emozioni in coloro che si incontreranno quel giorno. Tra gli oltre due milioni di disha giver nel mondo che aderiranno e le associazioni che collaborano con Umani in divenire, stimiamo di superare ad oggi i 3 milioni di partecipanti. Ciascuno si adoperi per diffondere l'evento in ogni dove con tutti i network e con ogni genere di canali di diffusione per avere il massimo afflusso.

La giornata nazionale degli abbracci congiunta alla meditazione mondiale, fanno di questo avvenimento un'occasione unica in cui possiamo causare effetti senza precedenti in noi e nel mondo intero che saranno anche il preludio per attivare gli altri obiettivi in programma.
Diffondi il più possibile questo messaggio e attivati da ADESSO per ESSERE il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!
N.B. Puoi caricare liberamente il video sul tuo canale e diffonderlo come meglio credi opportuna.
link alla pagina ufficiale dell'evento: http://umaniindivenire.grou.ps/567466
Per informazioni visita la nostra piattaforma: www.umaniindivenire.it
o scrivici a: contattaci@umaniindivenire.it
Fonte: Umani in Divenire

15 Ottobre 2011: Evoluzione Globale

 Come Associazione impegnata sul fronte dello sviluppo della Coscienza Umana e tutela dei valori fondamentali dell'Umanità, SestoCielo supporta, promuove e partecipa alla giornata di Mobilitazione Globale del 15 ottobre. Pubblichiamo qui di seguito un articolo che in queste ore sta facendo il giro del Web e di cui condividiamo i contenuti, fatta eccezione per un concetto, a nostro avviso espresso in maniera confusa: quello della responsabilità. Secondo noi parlare di "colpa" e giudicare i "colpevoli" vedendoli come qualcosa di separato da noi, è inutile e dannoso. Più saggio riconoscere ed accettare la responsabilità di ognuno nell'aver co-creato la situazione attuale, senza soffermarsi nell'automacerazione, ma adoperandosi invece positivamente per cambiare le cose: se ho contribuito a creare una determinata realtà, allora sarà ancora più facile che io possa contribuire a modificarla.

"Il 15 ottobre sarà una data importante che forse scriverà una pagina nei libri di storia. Per la prima volta il mondo intero si mobiliterà in ogni grande piazza di ogni nazione per pretendere un cambiamento radicale dell’attuale sistema economico, politico e sociale, basato sullo sfruttamento dell’individuo e delle risorse. Un sistema che annienta popoli interi in nome del profitto di pochi potenti: la finanza speculatrice, le banche, le multinazionali, i governanti corrotti, unite da tempo in un meccanismo di arricchimento sulle spalle di persone oneste che non vedono più nel loro futuro un lavoro stabile, un’istruzione adeguata, una sanità pubblica funzionante, la possibilità di una casa propria, di una famiglia, una pensione sicura, in poche parole di UNA VITA DEGNA DI ESSERE VISSUTA.
 E non è nostra la colpa. I nostri governanti ci imbottiscono la testa di balle colossali sulla crisi, dobbiamo pagare più tasse, dobbiamo lavorare di più, perché solo così possiamo risollevarci e far ripartire l’economia. Totalmente falso. La crisi non è nostra, la crisi è stata provocata dalla speculazione finanziaria delle banche e dai governanti corrotti che l’hanno permessa e avallata. E non saremo noi a pagarla.
Non ci interessa andare contro un governo o una singola fazione politica, non c’interessa andare esclusivamente contro i privilegi della casta parlamentare, sarebbe inutile e riduttivo. Sappiamo benissimo che chiunque sia stato al governo (destra o sinistra) o lo sarà in futuro, non starà mai dalla parte del popolo, nessuno ha mai ascoltato i nostri bisogni, e in questo sistema mai nessuno lo farà. Noi vogliamo di più. Non una semplice riforma ma un radicale cambiamento del sistema economico e politico. Vogliamo una reale democrazia, basata sulla partecipazione popolare in forma assembleare, dove tutti siano allo stesso livello, senza rappresentanti o leader che decidano per gli altri. Vogliamo che non siano più le banche o i loro politici marionette a decidere per noi. Ogni singola persona deve tornare protagonista della propria vita, senza nessuna delega. Vogliamo che in ogni città, quartiere e paese nascano assemblee popolari che decidano cosa sia realmente meglio per il loro benessere.

Come è possibile fare una cosa del genere?
Da vari mesi a questa parte in varie parti del mondo si sta assistendo ad un continuo ed inesorabile “risveglio” di interi popoli, che non sono più disposti a subire le ingiustizie e gli egoismi dei propri governi. Prima in Iran, poi in Tunisia, Algeria, Egitto, Marocco, Siria, Bahrein, e quindi in Europa, Islanda, Spagna, Grecia, e ora Israele. I popoli si sono organizzati, spesso tramite la rete, e sono scesi in piazza chiedendo rispetto prima come esseri umani, poi come cittadini, chiedendo che la democrazia tanto vantata o aspirata si concretizzasse in una reale partecipazione del popolo alle decisioni del governo.
Sotto la spinta del movimento di cambiamento sociale nato questo 15 Maggio in Spagna, gli Indignati di molti paesi hanno deciso di organizzarsi per porre le basi, prima nel proprio paese e poi globalmente, di una nuova forma di protesta sociale basata su una forma assembleare inclusiva e democratica, con l’obiettivo di svegliare le coscienze dei popoli e di creare una forte base sociale, unita, apartitica e non violenta, che senta come necessità l’esigenza di un cambiamento profondo, che avvenga prima interiormente in ciascuno di noi e poi concretamente nella società.
Da molti mesi vengono sperimentate in molte città europee, nord africane e non solo, assemblee pubbliche dove le persone si confrontano sui loro problemi e bisogni reali, lavorando insieme per elaborare soluzioni adeguate e popolari nel rispetto di ogni singola voce e minoranza. Si sta sperimentando una reale forma di democrazia diretta in continua evoluzione, che non sappiamo esattamente dove ci porterà, ma sappiamo che sarà fondamentale per un cambiamento globale che ormai non è più procrastinabile.
Il 15 Ottobre (15.O) in tutte le principali città d’Europa e del mondo scenderemo in strada per esprimere la nostra indignazione nel pagare una crisi economica causata dall’avidità. Rivendicheremo a voce alta il nostro diritto a vivere una vita degna, in un mondo in cui il valore dell’essere umano sia messo sopra quello del denaro ed in cui vengano rispettati i bisogni basilari di ogni individuo: lavoro, casa, istruzione, cure mediche.
Per questo vi invitiamo ad unirvi a questa lotta pacifica, diffondendo il messaggio che uniti possiamo cambiare questa intollerabile situazione. E’ ora di svegliarci e ricostruire la realtà in cui vogliamo vivere."
NON SIAMO MERCE DI POLITICI E BANCHIERI!
15 Ottobre 2011 ore 12 a Roma, Piazza di Porta San Giovanni
REGOLE IMPORTANTI DELLA MOBILITAZIONE:
Chiunque partecipa all’evento non dovrà rappresentare nessun partito o sindacato o altra associazione ma dovrà presentarsi come singolo individuo rappresentante di se stesso.
Nessuna bandiera dovrà essere presente, se non quella dell’Italia o del 15.O.
No alla violenza. In caso di sgomberi da parte delle forze dell’ordine non reagite assolutamente, invitate tutti a mantenere la calma, le forze dell’ordine sono persone come noi vittime anch’esse di questo sistema. Non sono loro i nostri nemici.
In caso di pioggia portatevi l’ombrello, impermeabili e teli di plastica con corde.
Diffondete la notizia del 15.O sia in rete che di persona il più possibile. 
Se non riuscite a venire a Roma, mobilitatevi nelle vostre città!

Fonte: retedeicittadini.it